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AMBIENTE

2014

 

27 OTTOBRE

M&G, ACCORDO DA 500 MILIONI IN CINA - IL BIOFUEL MADE IN ITALY PRENDE IL VOLO (Christian Benna)

Il gruppo Mossi&Ghisolfi, che ha costruito le sue fortune sulle plastiche derivanti dagli idrocarburi vira sempre più sul “verde” e punta a fare il pieno alle auto con paglia da riso e trasformare il Pet delle bottiglie con intermedi chimici vegetali, come la lignina, un co-prodotto della produzione di etanolo. Oggi, a guardare la mappa delle bioraffinerie in cantiere della multinazionale di Tortona, tra i primi tre produttori al mondo, incomincia a delinearsi una nuova strategia di sviluppo basata non più sul petrolio ma sull'oro “verde” dei residui agricoli. Dopo aver realizzato il primo impianto al mondo di bioetanolo di seconda generazione a Crescentino, in provincia di Vercelli, Beta Renewables ha aperto siti industriali in Brasile e Stati Uniti, siglato contratti in Slovacchia e Cina e messo in cantiere altre bioraffinerie nel Sulcis, a Termini Imerese e anche in Puglia. Si tratta della rivoluzione del bioetanolo di seconda generazione, la nuova materia prima della chimica verde, ricavata dagli scarti dei campi, e quindi rigorosamente no food, per la produzione di biofuel e altri intermedi chimici verdi. La tecnologia, chiamata Proesa, sfrutta gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche proveniente da paglie e da semplici canne, per ottenere alcol, carburanti e altri prodotti chimici. Secondo gli obiettivi dell'Unione Europea, entro il 2020 un pieno di carburante dovrà essere composto dal 10% di biofuel (oggi in Italia siamo al 5%), e di questa quota il 2,5% deve arrivare da biofuel di seconda generazione in modo tale da non sfruttare i campi destinati a coltivazioni alimentari. Per la società, il gran numero di commesse che piovono dall'estero, non è solo un successo imprenditoriale ma la dimostrazione di aver anticipato i concorrenti, dal punto di vista tecnologico, di almeno un paio di anni. Secondo le stime, la produzione mondiale di bioetanolo dovrebbe crescere a un tasso del 18% all'anno. Il piano per l'Italia di Beta Renewables è individuare siti dismessi, utilizzare scarti agricoli o colture spontanee, come la canna, e farne il carburante del futuro.

 

6 OTTOBRE 

L'EUROPA CHIAMA, IN PISTA 800 MILIONI - PARTE LA CORSA PER TAGLIARE LA BOLLETTA (Antonio Cianciullo)

L'Italia è indietro sugli obiettivi fissati dall'UE: migliorare del 20% l'efficienza energetica prima del 2020 e del 30% entro il 2030. Ora sul piatto ci sono le risorse per tentare di recuperare il gap, ma occorre cambiare marcia pensando che un'economia sana si misura anche da questo. In edilizia, il comparto del green building viaggia a grande velocità. Dal punto di vista dell'occupazione ha già creato 236mila posti di lavoro e si potrebbe arrivare, calcolando l'indotto, a 400mila entro il 2017. Nel solo 2013, sono stati investiti, al netto dell'IVA, 23 miliardi di euro per gli interventi edilizi attivati dall'ecobonus. Questi numeri, resi noti a Rebuild, la convention nazionale sulla riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari, fotografano l'espansione. Nel campo della pubblica amministrazione si calcola che si potrebbe tagliare, con investimenti leggeri, almeno un 20% della bolletta che vale in media 6 miliardi di euro l'anno. Gianni Silvestrini, presidente del Green Building Council Italia, osserva che la nuova direttiva europea sull'efficienza energetica ci aiuta perchè prevede un fondo per veicolare risorse pubbliche e private. È una via interessante: permette di passare dalla ristrutturazione dei singoli appartamenti a quelli di grandi complessi. E visto che il pay back va da 4 a 20 anni, a seconda degli interventi, è necessario costruire un meccanismo articolato in cui lo Stato assume il ruolo di garante e i fondi privati mettono la liquidità necessaria. Solo diminuendo il ricorso alla discarica e implementando il riciclo dei rifiuti urbani nei prossimi anni si creerebbero fino a 195mila nuovi posti di lavoro. E risparmiare una buona quantità di energia, visto che usare materia riciclata è molto meno dispendioso in termini energetici dell'impiego di materia vergine. Le Città sono responsabili del 70% delle emissioni serra: se non si interviene sulle aree urbane è impossibile fermare la minaccia climatica, che vuol dire anche ridare logica funzionale e ambientale al sistema della mobilità guadagnando efficienza e risparmiando energia.

 

TESTA: “DAL RISPARMIO ENERGETICO 500MILA POSTI” (Luca Pagni)

Il nuovo commissario Enea, Enrico Testa, docente universitario a Padova ed ex responsabile energia del PD, spiega: raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica indicati dalla UE per il 2020 significa attivare investimenti per 50 miliardi. Purtroppo di efficienza energetica se ne parla molto di più di quanto si realizzi concretamente. Secondo un sondaggio, un italiano su tre sarebbe anche disposto a spendere più di 500 euro l'anno per migliorare l'efficienza energetica della propria abitazione, ma soltanto un cittadino su due è a conoscenza degli sgravi fiscali dedicati al settore. Solo il 3% degli intervistati è a conoscenza delle “Esco” le energy service company, le società specializzate che si assumono l'onere dell'intervento tecnico e dividono con il proprietario dell'immobile i risparmi ottenuti grazie alla nuova efficienza energetica. Testa continua dicendo che realizzare progetti di efficienza è molto più complicato del boom energetico che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, riferendosi alle rinnovabili, il cui successo è dovuto a un modello standardizzato, facilmente replicabile, con flussi di risorse basate sugli incentivi, anche molto consistenti. Nonostante il boom, il settore delle rinnovabili non ha creato una vera filiera industriale nel nostro paese, non sono state create imprese lungo la catena, se non quelle degli installatori. Fare efficienza significa realizzare operazioni che non possono essere standardizzate, vanno studiate su misura. Gli edifici sono costruiti con materiali diversi, in aree geografiche diverse, l'efficienza produce taglio dei costi e quindi risparmi, i quali però non sono così facilmente bancabili come quando sai di ricevere un incentivo. Pensiamo a una scuola che sostituendo una caldaia ottiene risparmi che si ripagano in 3-4 anni, ma il comune non può spendere. Una strada è ricorrere ai fondi che vengono messi a disposizione dall'Europa, in particolare dalla Bei. Il problema è che bisogna presentare progetti che abbiano un taglio minimo di 40 milioni di costo. Un esempio è la Provincia di Milano che ha agito da ente aggregatore per tutti i suoi edifici da recuperare. Nel nostro paese le competenze e le professionalità ci sono e sono elevatissime, l'importante sarà fare sistema. Enea, essendo un organismo senza fine di lucro, si candida per fare da raccordo tra pubblico e privato.

 

29 SETTEMBRE 

PER VENDERE IN USA ORA SERVE IL RATING AMBIENTALE (g.lon.)

Per competere sui mercati internazionali non basta la certificazione di qualità, ci vuole anche quella ambientale. Davide Cerra presidente della Commissione Normazione Tecnica di Confindustria Ceramiche dice che ormai negli Stati Uniti è sempre più richiesta la certificazione LEED per definire il rating ambientale degli edifici. Se vuoi accedere al mercato LEED, bisogna produrre ceramiche dalla superficie priva di sostanze organiche volatili e bisogna incidere anche sul processo produttivo, assicurando il riciclaggio totale dell'acqua di scarto, utilizzando gli scarti di produzione per la fabbricazione di nuove piastrelle.

 

RE-BUILDING, PARTE LA RETE DEI SEI BIG PER DARE UNA SVOLTA AL MATTONE VERDE (Christian Benna)

Riello, I-Guzzini, Saint Gobain, Schneider Electric, Habitech e H&D Finance hanno realizzato un network per andare con un'unica offerta sul mercato delle ristrutturazioni di edifici e impianti industriali. Re-building è una rete d'impresa atipica, perchè è riuscita a mettere assieme, attorno allo stesso tavolo, e non senza qualche difficoltà, big player del mondo dell'edilizia, dei materiali e della riqualificazione urbana. L'idea di fondo dell'alleanza è creare un unico interlocutore per l'universo della riqualificazione urbana, capace di fornire soluzioni a 360 gradi al cliente, dai finanziamenti agli studi di fattibilità fino alla realizzazione. Tra il 2008 e il 2012 il settore ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro e visto fallire 14 mila imprese, una spinta positiva potrebbe arrivare dalla riqualificazione urbana e dagli interventi di risparmio emergenti. In Italia più della metà delle abitazioni ha oltre 40 anni di vita, vecchi edifici che consumano oltre il 40% del nostro fabbisogno energetico. Re-building in un primo momento ha lavorato sull'omogeneizzazione delle tecnologie e delle proposte e poi è andata alla ricerca di progetti lavorando sull'analisi energetica degli interventi. Si occupa della fase progettuale e, in seconda fase, possono intervenire anche singolarmente le aziende come fornitrici di materiali e lavori sul campo. Nello Sblocca Italia sono state inserite misure a sostegno della riqualificazione urbana come quella sui regolamenti locali che potranno individuare gli edifici da espropriare, mediante il riconoscimento di forme compensative, per procedere.